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Natura pubblica, infrastruttura abitata, nodo di salubritàcostituiscono, nell'approfondimento del caso napoletano, i capisaldi di una riflessione teorica orientata a ridisegnare i confini e i contenuti del progetto di architettura e dipaesaggio come cura per la città. L'interesse è rivolto agli spazi urbani che si configurano come coesione di frammenti, instabili e modificabili, dove assume fondamentaleimportanza il rapporto con la natura che la città collinaredi Napoli propone in maniera dirompente.
Lo scopo è disuperare l'idea di luogo salutare isolato o mal collegato dalpunto di vista dell'accessibilità per costruire luoghi dellacura in rete tra di loro, che possano assumere caratteri differenziati; luoghi del superamento di una logica monofunzionale e bloccati tipologicamente, nei quali sia assegnatauna nuova centralità al corpo, al movimento e alle relazionitra i cittadini. Oggetto dello studio è la vasta parte di città compresa tra il Parco di Capodimonte e il Parco delle Colline, dal quartiere Sanità a Scampia, attraversando il ValloneSan Rocco, in cui si lavora ad una interpretazione di parco come connessione urbana, coinvolgendo spazi apertied edifici esistenti, ma anche cittadini, associazioni, istituzioni, processi di trasformazione in atto, nella costruzionedi un sistema di aree eterogenee e interconnesse in gradodi accogliere usi e pratiche diversificate.
Parchi, ospedali, scuole, stazioni rappresentano, in una mappa molto articolata e complessa, gli elementi notevoli della città da cuiinnescare nuove logiche relazionali per la costruzione diuna città sana.